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RITROVATO IN SVIZZERA IL DIPINTO DI LEONARDO “ISABELLA D’ESTE” ESPORTATO DALLE MARCHE

D'ESTE_LEONARDOPESARO URBINO 11 FEB. L’assessore regionale alla Cultura, Pietro Marcolini, ha espresso “vivo apprezzamento per la brillante operazione congiunta” realizzata delle forze dell’ordine marchigiane e, in particolare, il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Pesaro e i Carabinieri del nucleo per la tutela del patrimonio artistico di Ancona, sotto il coordinamento dalla Procura della Repubblica di Pesaro. Dopo una complessa indagine internazionale, avviatasi nel 2013, è stato infatti possibile, per lo Stato italiano, operare il sequestro di un dipinto attribuito da Carlo Pedretti a Leonardo da Vinci, raffigurante “Isabella D’Este”, depositato presso un caveau di una banca svizzera, dal valore stimato di novantacinque milioni di euro. “Questa esperienza – commenta l’assessore Marcolini – conferma, da un lato, l’esigenza imprescindibile di tutelare e difendere le opere d’arte presenti nel nostro territorio, anche al fine di consentirne la valorizzazione economica in termini di turismo e di sviluppo diffuso del territorio. Ma in questo caso va riconosciuto e premiato, con un particolare apprezzamento, il lavoro oscuro, competente e prezioso della magistratura e della Guardia di Finanza pesaresi, nonché del Nucleo per la tutela del patrimonio artistico dei Carabinieri, con sede ad Ancona, nello svolgimento integrato e condiviso di una indagine complessa e articolata a livello internazionale, che ha consentito di evitare la dispersione illecita di un importante tassello del patrimonio artistico nazionale. Ancora una volta, la collaborazione e l’integrazione dei vari soggetti, operanti, a diverso titolo, nel settore della cultura, diviene lo strumento essenziale per raggiungere risultati di rilievo e di valore per la collettività”. L’attribuzione del dipinto a Leonardo si basa su pareri e perizie effettuate con la fluorescenza, che ritengono l’opera pienamente compatibile con una datazione ai primi decenni del Cinquecento. Nel 2013, a seguito di una segnalazione al tribunale di Pesaro, erano stati avviati accertamenti, da parte dei Carabinieri del nucleo per la tutela del patrimonio artistico di Ancona, da cui è emerso che il quadro era stato esportato clandestinamente: la Procura della Repubblica di Pesaro aveva quindi formalizzato una richiesta urgente di assistenza giudiziaria internazionale per il sequestro del quadro. L’autorità giudiziaria svizzera aveva dato esecuzione alla richiesta di rogatoria internazionale, ma nel frattempo il dipinto era stato prelevato e portato altrove. Nello scorso agosto, nel contesto di indagini su reati fiscali e truffe a compagnie d’assicurazione, delegate al nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Pesaro, il dipinto è stato localizzato presso il caveau di una banca privata di Lugano, presso cui è stato sottoposto a sequestro.